Appunti
La settimana che va ad iniziare sarà fitta di impegni di partito, direzioni, riunioni di circolo, assemblee per discutere delle ultime elezioni e delle prospettive future. Ho preso un po’ di appunti, nel caso dovessi intervenire.
Prima lasciatemi dire che questa sera Bersani, a Che tempo che fa, mi è proprio piaciuto.
Il senno del poi
Se ci fosse stato Renzi al posto di Bersani è un bel gioco che serve solo a consolarci o dotarci di un alibi. Guardate ai risultati di Campania, Sicilia e Lombardia e ditemi, numeri alla mano, se lì avremmo potuto vincere. A prescindere, questo del senno di poi, è un gioco che non fa bene al PD e non fa bene neanche a Renzi. Andremo al congresso e ci misureremo.
I moderati
Qualcuno afferma che non siamo stati in grado di intercettare i moderati. Si ripete, il tormentone, dopo l’elezione meno moderata della storia della Repubblica. E’ moderato Monti, sì, nel vestire. Casini e Fini sarebbero i moderati? E’ moderato Oscar Giannino, nel vestire no di sicuro. Negli studi magari. Guardate che gli unici moderati, con gli altri e non al nostro interno, siamo noi. Molto moderati. E forse anche per questo non abbiamo vinto.
La campagna elettorale
Siamo talmente moderati da fare una campagna elettorale moderatissima, di più, tristissima. Roba che dopo un’iniziativa elettorale ti andavi a rivedere la corrazzata Potemkin per riprenderti e farti venire un po’ di buonumore. Certo lo slogan era, è, bellissimo: Italia Giusta. Però Bersani proposto come un dipinto tardo rinascimentale… gli mancava solo l’ermellino in braccio. Bersani che ha fatto bene il suo lavoro, quello che doveva fare lui. Ha sbagliato solo tre cose a mio parere, importanti. Ha sbagliato a fidarsi, fidarsi di un popolo che pensava fosse diventato adulto; ha sbagliato a fidarsi di un partito che invece si è seduto; ha sbagliato a lasciare una porta aperta a Monti e soci.
Il partito
Torniamo al partito. Un partito che tutte le sue energie le ha spese nelle primarie e che all’appuntamento delle secondarie è arrivato bollito, stremato, senza motivazioni e con molta presunzione. La presunzione di aver già vinto. Allora se dobbiamo fare l’analisi, facciamola su questo. Altro che voto moderato, o il leader che avrebbe dovuto esserci.
A fare campagna elettorale solo i candidati, a volte anche solo di presenza, statuine ne ho viste al mercato, e i soliti militanti. I soliti militanti che si sono sorbiti 3 o 4 volte i soliti nomi. Potevamo fare il karaoke, avevamo imparato tutto a memoria. E ce la cantavamo e suonavamo tra noi. E la gente? E la nostra presenza (assenza) nella società, partecipate a parte? Dove si lavora per esempio. Dove si soffre. Dove si spera.
E i giovani democratici, ne vogliamo parlare? Invece di fare la ola a quel candidato piuttosto che all’altro; invece di fare le controfigure dei grandi perché non fanno proposte e promuovono iniziative sul loro mondo: la scuola, il precariato, i call center, i sogni….
E il famoso territorio? Vogliamo parlare anche del territorio. O ne parliamo solo quando si tratta di raccogliere preferenze. 10 circoli 10, 10 circoscrizioni 10. Un potenziale enorme. Sprecato. Privo di gioco di squadra, di condivisione d’idee e di iniziative. Non aggiungo altro.
E il dibattito, la discussione interna? Continuiamo a farla sui giornali, su autorevoli giornali che stimolano la visione e la crescita del partito. Tipo lo spiffero.com? Ce la leggiamo (ce le cantiamo) e ce la suoniamo.
Che cosa dire dei nostri cari eletti in regione, in provincia e in comune? Erano in ferie? Non si sentivano abbastanza emotivamente coinvolti da dare una mano? Salvo eccezioni ovviamente.
Allora vi prego, se vogliamo bene a questo partito, non prendiamoci in giro, il problema non è il generale Bersani, ma forse lo stato maggiore e pure minore. Diciamolo, altrimenti ci faremmo del male. Nel frattempo sosteniamo tutti Bersani e il suo tentativo di dare un governo e una speranza a questo sciagurato paese.
D’ accordo su tutto tranne la battuta sul popolo: l’ onere di farci capire e’ tutto nostro ( come fai giustamente intendere tu, non ci abbiamo nemmeno provato piu’ di tanto ) g. Ardito
Grazie Augusto.
Inserisco anche il testo della mail che ti ho inviato così da aprire un ulteriore dibattito…
Caro Augusto,
ti scrivo perché da una settimana dormo male e mi sveglio con l’ansia per il momento politico che stiamo attraversando e ho bisogno di confrontarmi con una persona che stimo e che è più addentro di me nel mondo della società civile (va di moda…).
Voglio premettere che Bersani è al momento il solo titolato nel PD per provare a formare un governo, ma che il PD ha poco tempo per rinnovare (e non rottamare) gran parte del suo establishment che per diversi motivi non vuole lasciare spazio ai tanti giovani (politicamente parlando) che sicuramente potranno rappresentare il PD del terzo millennio.
Detto questo andiamo al M5S. Ora io dividerei la questione in tre categorie:
1) Grillo e Casaleggio
2) I nuovi parlamentari
3) gli elettori del movimento
1) Ritengo che Grillo e Casaleggio non abbiano realmente alcuna intenzione di appoggiare Bersani perché gli darebbero una mano a fare le riforme necessarie e quindi ridare vigore ad un PD che sarà rinnovato con la conseguenza di perdere consensi. A loro conviene, in una logica di autoritarismo e scarso interesse nei bisogni della gente, riandare a votare con la speranza (forse loro convinzione) che al prossimo turno riusciranno a “sbancare il banco”.
2) L’unica mia speranza è che la metà circa dei senatori eletti nel M5S facciano una seria riflessione sul loro ruolo e sulla responsabilità che si sono assunti nel momento in cui sono stati candidati e poi eletti. Oramai, come dice Bersani, sono “nella casa” e dovrebbero aiutare a ristrutturarla. A loro converrebbe dimostrare che il M5S è realmente una forza di cambiamento e non un neo partito di caratteristiche totalitarie.
3) Quanti sono i veri fanatici e quanti invece coloro che hanno votato per disperazione, per rabbia, o per onestà di scardinare un sistema fatto trasversalmente da corrotti (i distinguo ovviamente li faccio!!!!) e clientele?
E qui mi incarto:-)
Un abbraccio
I Giovani Democratici della Provincia di Torino si sono spesi anima e corpo in questa campagna elettorale, hanno organizzato una marea di iniziative e fatto i volantinaggi davanti alle scuole, alle sedi universitarie. Abbiamo distribuito 20.000 volantini in 20 giorni, stampandoli noi e creandoli noi dove sopra c’erano proposte e grafica accattivante a differenza dei volantini del partito nazionale che io sinceramente, avendo dato pure quelli nella campagna del mio circolo, ho trovato INDABILI (nuovo termine appena coniato da me appositamente per quei volantini).
La nostra candidata ha fatto il giro di tutta la Provincia e ha lavorato in maniera infaticabile per tutto il tempo facendo oltre 100 incontri ed iniziative nel giro di 30 giorni.
Forse…il mancato voto giovanile al PD è dovuto al fatto che le proposte dei GD non vengano mai prese in considerazione, sul fatto che sul precariato di certo in campagna elettorale non vado a dire qualcosa di diverso da quello scritto nel programma e la proposta sul precariato mi dispiace ma è debole (molto debole!!!), dal fatto che il capolista alla Camera davanti a 85 giovani ad ascoltarlo ha iniziato tutta una parte del suo discorso con:”Dobbiamo dare un segnale forte ai pensionati!!”, dal fatto che il tema della casa per le giovani coppie non è stato neanche lontanamente sfiorato, sul fatto che sui temi ambientali, che ai giovani sono molto cari, il PD non li ha messi abbastanza in risalto. Forse è dovuto al fatto che nonostante ci sia qualche giovane in lista, soprattutto non avendo un voto diretto al candidato tramite preferenze o collegio uninominale, ma una lista bloccata, i giovani devono riconoscersi in un messaggio di cambiamento che non solo ci deve essere, ma deve essere anche credibile e quindi interpretato dalle persone giuste nei ruoli di leadership…non serve mettere 10 giovani lista in tutta Italia, quando i leader nazionali che il partito usa per fare campagna sono sempre gli stessi e la campagna elettorale sui media è stata inesistente!!!
Bom…questa era una piccola precisazione per chi dice (e ce ne è di gente che lo dice) che le elezioni sono state perse a causa dei Giovani Democratici…
Matteo Cavallone, Segretario Provinciale GD Torino
Caro Matteo, io non discuto e non mi metto a pesare o contare i volantini che avete (abbiamo) distribuito o le numerose iniziative che avete (abbiamo) organizzato. Io facevo una riflessione, tentavo di fare, una riflessione un pochino più profonda. Un riflessione che va oltre il segretario di turno dell’organizzazione giovanile (o senior). Io mi chiedo e vi chiedo dov’è il partito, dov’è il partito nella società: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei luoghi di aggregazione, nelle code della Caritas e non solo. Io non dico, e sarebbe surreale, che le elezioni si sono perse per colpa dei giovani democratici. Dico che con le dovute proporzioni, se è anche colpa mia, in quanto militante e consigliere in circoscrizione, è anche colpa vostra. Nessuno escluso.
Ti prego però, cerca di capire il punto.
Una cosa ancora, mi permetto un suggerimento. Le proposte tu falle ai tuoi coetanei, se le accolgono loro vedrai che saranno accolte da tutto il partito.
Con affetto.
Augusto
PS: se il tuo commento ne stimola altri ben vengano.
Il punto è proprio questo: io posso proporre tantissime cose alla mia generazione, ma finché quelli che dirigono il partito mostrano una forte priorità di valori su altri temi e altre generazioni e finché ad interpretare il rinnovamento ci saranno persone che fanno politica sulla scena nazionale da 20 anni, quindi impossibilitati a capire il cambiamento della società e le necessità delle nuove generazioni o comunque non credibili, non riuscirò a convincere proprio nessuno oltre a un voto organizzato che infatti stiamo ampliando sempre di più, ma che comunque soprattutto alle elezioni politiche è molto molto soppiantato ed ininfluente rispetto al voto d’opinione!!!
Inoltre scommetto che se io avessi detto in campagna elettorale che la proposta sul precariato del PD non era la nostra e che preferivamo per esempio il contratto unico a tutele progressive alla Boeri ci avrebbero fatto un culo così sia la dirigenza che la base del partito.
Io non so quanti circoli siano riusciti ad organizzare incontri con oltre 120 persone di cui il 40% era fuori dal giro della politica e del PD…ebbene noi ce l’abbiamo fatta!!! Io di questo ne vado fiero, ma in una campagna elettorale così mediatica, così improntata sul messaggio televisivo noi non possiamo di certo risolvere le mancanze del livello nazionale!!!
La stessa segretaria provinciale, Paola Bragantini, all’indomani della deblace elettorale ha ammesso candidamente che le nostre modalità di campagna elettorali sono “fuori dalla Storia”. Per una volta sono d’accordo con lei, allora, mi permetto di suggerire, prima di attaccare scompostamente la giovanile del partito, magari al fine strumentale di colpire qualche suo dirigente che non ci sta particolarmente simpatico, di farci (dai dirigente a tutti i militanti) un esamino di coscienza; rendiamoci conto che, le nostre modalità di azione sono totalmente inadeguate a rispondere alle istanze dei cittadini di oggi. Forse è per questo che non riusciamo ad essere “nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei luoghi di aggregazione”, perchè non abbiamo le modalità che oggi sono richieste per farci ascoltare in quelle situazione. I Grillini non hanno i circoli, e le direzioni, eppure quei voti li prendono. Forse, oggi ci viene richiesto qualcosa di totalmente differente.
Magari sarebbe il caso che capissimo questo, piuttosto che prendercela con l’organizzazione giovanile che, per la quale, a livello locale, mi leccherei le dita se fossi il PD.
Saluti.
R. C. G. Tassone
Tesoriere Federale dei Giovani Democratici di Torino
Ho l’impressione che non abbiate capito, che siete troppo presi nel difendere la posizione e il ruolo. Io non attacco le persone che di questa o quell’altra direzione fanno parte. Certo se avessi attaccato la dirigenza del partito, magari Bersani magari D’Alema la Bindi, qualche dirigente locale, avrei ricevuto applausi.Da lei. Ma non è questo il punto. Se leggete bene, io dico altro. Io dico che non siamo presenti dove dovremmo essere, sia il partito sia la sua emanazione giovanile. Il lavoro politico non si misura contando le risme di volantini distribuiti o il numero di iniziative organizzate. Si misura sulla presenza nella società, su quanto si è dentro la realtà. Non sto a ripetere cosa ho scritto.
Andate a guardare le statistiche sul voto. Andate a parlare con gli studenti, con i precari, con gli esodati, con gli operai e i minatori, con le donne.
E’ un tema serio, a me del dirigente che sta antipatico o simpatico, francamente non mi frega più di tanto.
Se non si capisce questo siamo fuori dalla realtà. Un consiglio eviti di firmarsi con tutte le cariche che ricopre. Sia più fresco, naturale, gioviale, aperto. Si fidi dell’umanità che la circonda. Si sciolga. Faccia Yoga se serve.
Il punto è diverso. Se i giovani impiegano tempo e lavoro per le proposte e non le vedono mai realizzarsi ne recepite dal partito vanno sempre in un luogo dove vengono ascoltati o perlomeno dove ne hanno la sensazione. Abbiamo diversi under 30 tra gli eletti, durante la campagna erano seguitissimi sul territorio ma non ne ho visto uno in televisione ne sentito per radio. Forse se smettessimo di occupare poltrone e palazzi e tornassimo in mezzo alla gente come da nostra tradizione, dico forse, ora parleremmo di altro. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale surreale, dove non abbiamo parlato di contenuti ma di fantapolitica, sbagliato totalmente gli interventi e molti nostri rimedi erano oggettivamente errati. Chiunque giri un minimo e occupi proprio quei posti all’interno della società citati si rende immediatamente conto che la gente è stufa, come lo siamo anche noi. Stufi di non essere mai ascoltati, stufi di dover sempre lottare contro coloro che invece dovrebbero insegnarci la strada, essere presi sempre e solo come manovalanza ma mai come una risorsa. Stufi di trovare sempre un muro dall’altra parte. Ebbene io non credo di fare la controfigura, ma anzi l’alter ego, perchè per quanto possa rispettare i pensionati ogni tanto nel mio partito, vorrei si parlasse anche del mio futuro. Per quanto riguarda le proposte io come responsabile di lavoro e formazione professionale avevo fatto alcune semplici e fattibili proposte all’inizio del 2012 e continuo a battermi per quello: reddito minimo garantito (fatto poi in Francia), riduzione forme contrattuali, lotta agli abusi sulle forme contrattuali, snellire la burocrazia per le assunzioni, alcune proposte sul lavoro nero e sull’occupazione che non sto ad elencare. Un totale di 10 punti chiave, fatti insieme a ‘tecnici’ come piace chiamarli ovvero consulenti del lavoro, sindacalisti, esperti di agenzie interinali e tantissimi giovani che quelle situazioni le hanno vissute sulla propria pelle. Qualcuno ha mai sentito di queste proposte? Per farmi ascoltare dal mio partito dovrei occupare la sede nazionale per caso? Come può una persona che non è mai venuta a contatto con questi problemi dire a me come risolverli? Qualcuno mi indichi la strada diversa da quella di presentare i documenti alle persone competenti e agli organi competenti con tanto di firmatari vari. Ed è anche qui che Grillo prende consenso, sulla frustrazione di coloro, che a differenza di me, non riescono a stringere i denti, tirare su le maniche e continuare con le proprie battaglie.
La credibilità di una proposta si valuta da quanto si è dentro la società. Provate a farla ai vostri coetanei prima e poi all’interno del partito.