“A chi appartieni?”. Te lo chiedono al sud per conoscere i tuoi legami familiari: di chi sei figlio, fratello, nipote. In politica ha un altro significato: a quale corrente, a quale nome e cognome “appartieni”? Dalemiano? Civatiano? Bersaniano? Vattelapeschiano? Io, avrei già dato, e non vorrei essere “ano” di nessuno. Apprezzo lo sforzo e sosterrò Liberi e uguali (anche se avrei preferito un più classico e culturalmente più significativo “Libertà e uguaglianza”, così si stava pure sul femminile…), ma non aderirò a nessuno dei movimenti o partiti che compongono la nuova formazione. Non voglio appartenere, vorrei condividere.
E sarò pronto a farlo, se a qualcuno interessa, quando vedrò più generosità politica (e personale). Anzi consiglio già ora la possibilità di aderire senza schierarsi. Prima lo si fa meglio è.
Il tempo delle parrocchie e parrocchiette che ha prodotto disastri è finito, riprenda quello delle idee e del mettersi a disposizione. Il cammino sarà (di nuovo) lungo.
Libero è uguale
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