Augusto Montaruli

La mobilità nelle cittadine pugliesi: istruzioni semiserie

Camminare e guidare nelle cittadine pugliesi è come essere parte di una commedia teatrale. Le strade sono il palcoscenico e tu sei, a piedi o in auto, uno degli attori.

Cominciamo dai pedoni.

Il marciapiede è poco usato, a volte impossibile: perché è stretto ma soprattutto perché è usato per altro. Ci sono: lo stendino con la roba ad asciugare, le cassette della frutta e della verdura, ma soprattutto le sedie del “salotto” dove chiacchierare quando si fa sera.

I pedoni passeggiano e si muovono per strada, attraversano dove vogliono e non dove devono. Se si incontrano dei pedoni che si conoscono, a prescindere da dove siano, si fermano a salutare e fare due chiacchiere. 

Le auto aspettano oppure fanno manovra. Salvo che non conoscano i pedoni e in quel caso la chiacchiera si allarga, diciamo così.

Le biciclette

Sono tante, molte a velocità assistita (fa caldo), girano ovunque e comunque. Con calma, che fretta c’era maledetta primavera. Non manca il cestino, dietro o davanti, abbastanza grande da metterci un’anguria come minimo.

Le auto

Ne vedi di tutti i tipi, marche e annata. Bello sarebbe un gemellaggio con il museo dell’auto di Torino. Capita di incrociare un furgone della nazionale di bob o un vecchissimo pulmino Fiat dell’esercito degli anni settanta.

Le corsie ci sarebbero, ma si viaggia nel centro della carreggiata. Quando arriva un’auto nella direzione opposta si fa una sorta di giro di valzer: uno va a destra e l’altro a sinistra. La direzione di marcia non è determinante.

Agli incroci si naviga a vista, passi tu? Passo io? Vabbè passa tu. Funziona.

Spesso capita che i guidatori si conoscano e nel mezzo dell’incrocio può esserci un saluto veloce oppure una chiacchierata prolungata che inizia con  “tutt’appost? Tutt’appost!”. E dietro si aspetta con serenità, vedi mai che li conosci.

Il parcheggio

Naturalmente ci sono strisce blu e bianche, ma i pugliesi si fermano dove si devono fermare non dove si possono fermare. Di traverso, in doppia fila non importa. Io là devo andare e là mi fermo.

Tutto con la massima serenità. Se senti strombazzare non è per metterti fretta, è per salutare qualcuno. 

Insomma se guidate nelle cittadine (che poi tanto “ine” non sono) pugliesi prendetela con filosofia. Siete attori di una pièce teatrale. E poi, siete in vacanza…  prendetela come viene. 

Evviva la Puglia!

Cercate di capirmi, sono mezzo pugliese.

PS: i gatti sono randagi, ma l’impressione è che i veri randagi siano gli umani.

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