Ai saggi preferisco la narrativa
Per capire e imparare preferisco un romanzo ad un saggio. La narrativa ti coinvolge, tramette empatia e ti insegna di più. Ci si immedesima nei protagonisti.
Pensate a quello che per me è il romanzo più toccante sulla Resistenza, L’Agnese va a morire; pensate a Fenoglio. A Rigoni Stern. A Roman Gary e il suo Educazione Europea. A Primo Levi. E se andiamo più lontano nella storia a Lussu e a Remarque.
I libri che ho citato ce lo hanno raccontato dopo, anni dopo, il vissuto dei protagonisti. Il vissuto, per la mia generazione, dei nostri genitori.
Adesso c’è un nostro vissuto che ci coinvolge da spettatori non molto lontani: la guerra in Ucraina.
Una guerra raccontata, si fa per dire, essenzialmente dai talk show dove più che la guerra conta se quello che si dice fa perdere o guadagnare punti percentuali nelle previsioni di voto. Peggio ancora discussa sui social dove i però e i ma anche abbondano e sono quasi tutti eminenti politici, storici di chiara fama e strateghi militari.
Io ho bisogno del racconto, dell’empatia per prendere parte. Per essere di parte.
Il racconto dell’allarme aereo sul cellulare di una signora ucraina in Italia, e la disperazione quando lo riceve.
Il romanzo che racconta ciò che succede, non a Zelensky, ma alle persone.
Le strade ghiacciate, il cibo raccattato, la benzina che sta finendo, il posto di blocco. Il missile che squarcia un palazzo. La cantina che è rifugio. La babushka isolata nella casa di campagna.
Solo un racconto diretto di chi subisce quella guerra di invasione oppure un romanzo può raccontare questo. Adesso e non dopo anni.
Il romanzo, un reportage in forma narrativa, La neve di Mariupol di Monica Perosino lo fa. Mentre lo leggi, se mai avevi qualche dubbio, sai da che parte stare. Dalla parte di chi muore e soffre.
Ve lo consiglio. Aiuta a leggere questa guerra con quell’umanità che a volte sembra si sia persa.
Info sul libro: https://anpinicolagrosa.it/2023/06/11/la-neve-di-mariupol/