Augusto Montaruli

E’ lì che guardo davvero

Io qui ci vengo tutti i giorni, mi siedo sulla panchina e guardo il panorama. Laggiù c’è Martina Franca e a destra Locorotondo. In basso, alla fine della discesa c’è il mio trullo. E’ lì che guardo davvero. Quello era il sogno mio e di mia moglie. Adesso mia moglie non c’è più e io la guardo, la vedo, da qui. 

Mia moglie che era “furlana”, l’avevo conosciuta a Trieste dove vivo. Qui vengo quando sento la nostalgia più di lei che del paese.

Ero un ragazzo quando decisi di partire. Un passaggio da un camionista di qui che mi portò fino a Padova, in treno poi fino a Trieste. Qualche giorno da sbandato, non sapevo come e cosa fare. Un signora mi prese a benvolere ed iniziava un’altra vita.

Ma io qui ci vengo, in macchina da Trieste, quando sento la nostalgia. Mi fermo due o tre mesi e tutti i giorni sono qui a guardare il mio trullo e rivedo mia moglie. Era “furlana” ma il trullo era il suo sogno.

La bellezza di questa storia raccolta chiedendo un’informazione è il sogno realizzato, è la nostalgia di quel sogno.

Non tutti possono guardare un panorama e sentire nostalgia, per fortuna quel signore gentilissimo, cui ho dimenticato di chiedere il nome, può farlo. E gli auguriamo di farlo ancora per molto. Con un po’ di tristezza ma può farlo.

C’è chi non potrà mai farlo, c’è buio in fondo al mare e non si vede il panorama.

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