La costola nera
Ricordate quando Massimo D’Alema dichiarò che la Lega Nord (di Bossi all’epoca) era una “costola della sinistra”?
Un po’ (forse più di un po’) era vero.
Ricordo un mio collega, sindaco della Lega in un comune della Brianza, era “arredato” di gadget del movimento (il tappetino del mouse, le svariate spillette, il mouse stesso, adesivi e immagine di sfondo del pc) e portava sempre con se tutte le tessere del PCI, dall’adolescenza fino all’incontro fatale con Bossi, che mi mostrava con orgoglio e nostalgia.
Ricordo che mi fece quasi tenerezza quando in trasferta a Roma, bardato come un lanzichenecco, si lamentò perché nessun collega romano (Roma ladrona) lo invitò a pranzo.
Lo consolai andandoci io dicendogli però che avrebbe dovuto evitare di essere provocatorio: “Un po’ di sobrietà perbacco, non siamo a Gardaland.”
Perchè? Mi disse.
“Vabbè, andiamo a mangiare…”
Quella era la Lega di Bossi. E di quella Lega è rimasta l’impronta di Borghezio, quello delle ronde che davano fuoco a migranti e senza senza fissa dimora e che frequentava Ordine Nuovo.
A sostituire Borghezio e Ordine Nuovo ci ha pensato Salvini che candida militanti di Casa Pound e Forza Nuova.
Militanti di Casa Pound pestano un giornalista a Torino e guarda caso tra gli energumeni uno è stato candidato per la Lega.
Sempre a Torino indagano su ronde abusive dotate di finti distintivi di una fantomatica polizia, tirapugni, pistole scacciane ed altro ancora. E guarda caso uno (corredato di saluti romani) è stato candidato per la Lega.
E poi c’è il generale al contrario che più che una costola è ormai il cuore nero di quella che era la Lega.
Dalla canottiera all’orbace è un attimo ed il mio ex collega credo abbia rinnovato la sua paccottiglia.