Augusto Montaruli

Il sindaco di New York e gli idioti

Un paese si misura anche sulle notizie, meglio, sulle non notizie. A New York diventa sindaco un cittadino di origini italiane sposato con una donna di colore.  In Italia la notizia è a tutte colonne. E dov’è la novità? Infatti, non è una novità, New York ha lunga tradizione di sindaci e governatori di origine italiana, ad uno gli hanno persino dedicato un ponte e un aeroporto. Negli USA la notizia è il ritorno di un democratico, anche abbastanza spinto, alla guida della città. Da noi la si butta sul colore: lacrime napulitane. Con tutto il rispetto per quelle lacrime.

Da loro conta, essenzialmente, il programma, il merito. Anche a costo di essere cinici. La cosiddetta integrazione razziale (le razze non si integrano perché non esistono) è avvenuta perché era imprescindibile, perché conveniva al paese e alla sua economia. Noi questo non riusciamo a capirlo, perché ci serve un nemico, uno più meridionale di noi. New York è piena di Italia, anche prima di Eataly. New York è ormai una città bilingue: lo spanglish è di casa e sui cartelli. Hanno capito, laggiù, che le differenze aiutano, facilitano lo sviluppo di un paese, lo migliorano.

Noi siamo, oltre che ignoranti, anche un po’ idioti. E la stampa fa la sua parte per farci restare idioti. E non basta un sermoncino di Gramellini a sentirsi assolti.

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